Flamme d’eau
Carlo e Luca si ostinavano a discutere in piedi. Dal basso, seduta scomposta sulla panchina, Anna li osservava. E tutt’intorno, il parco che gioiva; sì: sotto il sole di inizio primavera il parco era felice.
Carlo e Luca si ostinavano a discutere in piedi. Dal basso, seduta scomposta sulla panchina, Anna li osservava. E tutt’intorno, il parco che gioiva; sì: sotto il sole di inizio primavera il parco era felice.
Lui se n’è andato. Ho sempre un rapido sgomento – il mio cuore, lievemente tremola – quando gli uomini se ne vanno. Dura poco; torno calma.
Avevano deciso di partire non oltre le dieci del mattino. Quando raggiunsero la riva del fiume, il sole pulsava in verticale sopra le loro teste. Era ormai mezzogiorno. Dal gruppo emanava un’infelicità così perfetta da sembrare finta. E in un certo senso, lo era.
«When you’re in the groove And you’re full of joy Just beat your heart, roll your eyes, say hoy Hoy, hoy» Da quando sono bambina, mi addormento carezzandomi. Con la punta delle dita, sfioro l’incavo del braccio, o la parte alta dell’inguine, o il lobo dell’orecchio.