Calamo una volta incassò un assegno a sette cifre per un suo romanzo. Questo ti fa capire quanto si può guadagnare con la scrittura. «Avevo un indimenticabile sorriso stampato in faccia mentre andavo in banca» ha confessato Calamo al giornalista, che ha aggiunto (il giornalista) un [ride] all’articolo; forse per dare colore alla notizia.
In seguito a questa rivelazione Martino ha deciso di impegnarsi nella scrittura. Ha cominciato a pensare a una storia già sulla strada per la cartoleria: acquista carta e penne. Poi si è diretto verso la libreria: acquista un manuale di scrittura. Di ritorno verso casa si vede fin da subito a rispondere alle domande di prestigiose testate giornalistiche e a ritirare premi. La storia? Verrà da sé. Scrive a mano e passa al computer un breve racconto per sgranchire l’immaginazione. Lo stampa pure. Va a piedi fino al dipartimento di Filologia per cercare un lettore e lì un docente di Linguistica, senza leggere il racconto, gli dice: «Se vuoi fare lo scrittore devi leggere almeno seicento libri. Li hai letti seicento libri, tu?». Si può fare, pensa Martino. Ma quali leggere? Una scelta sbagliata potrebbe far danni. In termini di tempo, s’intende. Comincia quindi dalla Bibbia, la Genesi, un buon inizio: il nulla: la creazione: prima due personaggi: conflitto: pena: riposo. Poi altri cinquecentonovantanove libri. Segnati in un quaderno, scelti per associazione d’idee, suggerimenti del libraio e qualche spunto preso online. Infine la scrittura. Poche riletture. L’approvazione d’un affetto vicino. L’invio del manoscritto. La mail di conferma dell’editore.
L’assegno è di 99.99€.
«Ma…» protesta Martino. «Se arrotondo ci sono delle imposte» risponde il commerciale. Dice tante altre parole per. Eppure. Anche conciosiacosacché. Lo dice. «Assurdo» pensa Martino, ma sta pensando alla cifra sull’assegno. Comunque ci sono le royalties. La situazione migliora. C’è sempre la prima presentazione. Magari un firmacopie. Anzi, «perché non ne parliamo del firmacopie?!».
E alla Libreria Centrale in effetti c’è una gran fila. Martino ha ricevuto in affido una sola copia del suo romanzo e gli è stato detto di essere lì per le 18. (Puntuale). Alle 18 il libraio lo fa mettere in fila. «Sono l’autore» protesta Martino. «Anche io» risponde il tipo che lo precede. «Anche io» dichiara con orgoglio il tipo che si è appena aggiunto alla fila. Martino protesta circa il suo ruolo in quel contesto. L’assegno a sette zeri, pensa. Una fantasticheria. Il libraio lo invita alla calma.
Lo prende da parte: «Ci è rimasto un solo lettore purtroppo. La serata è delicata. O attende per farsi firmare la copia del romanzo, oppure devo chiederle di allontanarsi…».
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